There is no destiny. There are no soulmates. There is no "one." And yet it could be said that the core of human concern is a desire to connect. Upon further exploration of this phenomenon, it becomes clear that there is only so much one can glean from examining a single life.
La prima stagione della serie Netflix Love Life racconta infatti dell’esplorazione – da parte della giovane donna Darby Carter, interpretata da Anna Kendrick – della propria vita sentimentale. La voce narrante fuori campo guida lo spettatore – di episodio in episodio – tra le figure cardine di questa “vita sentimentale”: gli uomini, la madre Claudia, la migliore amica Sara. Ognuna di queste contribuirà alla crescita della protagonista, che compare come studentessa nel primo episodio e come donna “fatta e finita” nell’ultimo.
Love life invita – con leggerezza ed eleganza – all’introspezione. Nell’osservare le esperienze sentimentali di Darby, è facile immedesimarsi e/o osservare con occhio critico una serie di dinamiche comuni, cruciali nell’evoluzione o (a seconda dell’approccio a tali dinamiche) involuzione di un individuo.
Ed è così che Darby, nel corso degli anni, si scontrerà con le aspettative infrante, imparerà a gestire le conseguenze dei suoi errori infantili, a riconoscere la tossicità di certe relazioni, a vivere la sessualità in modo disinibito, a compiere scelte rivoluzionarie, a “lasciar andare” persone che – come Sara – necessitano di una fase di distacco per poter attuare il proprio percorso personale. Nell’alternanza tra fasi di serenità e di dolore, aprendo la serratura della parte più remota della sua anima, la protagonista imparerà anche ad osservare il mondo per quello che è e non per quello che dovrebbe essere. Così avverrà la riconciliazione con la madre e, come efficacemente commentato dalla voce narrante: that day was the beginning of Darby seeing Claudia for what she had to give rather than what she didn't, therein unlocking an essential corner of her own heart.
La prima stagione di Love life svincola i concetti di “amore” o “sentimento” da quello di perfezione (illusione romantica alla quale, volente o nolente, si tende a cedere) ed il messaggio complessivo è – al netto delle clamorose imperfezioni di ogni vita sentimentale che si rispetti – complessivamente positivo. Un invito all’introspezione, ma anche alle azioni.
If you think about it, if everyone had to be perfect before they fell in love, the human race would die out, afferma un personaggio molto importante che – non a caso – comparirà solo al compimento di quello che, all’occhio esterno e consapevole di noi spettatori, è un vero e proprio ciclo.
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